Rieccomi qui.
Piccola fase di sistemazione dei pensieri.
Ma sono tornato. E ho anche ripreso a correre!!! E con che entusiasmo!
Ieri mattina mi alzo con un forte mal di gola, naso gocciolante e brividi di freddo. IL RAFFREDDORE!!!!!
Ok, niente panico, che vuoi che sia? Vado di Vivincì e mi vesto più pesante, senza rinchiudermi in casa (tanto, che senso ha?). Fino alla sera i brividi aumentano. Ok, rientro e vado a letto con una coperta aggiuntiva.
Stamattina poche novità. Porca miseria, nel pomeriggio ho l’allenamento! Dai, fino all’una vedrai che sarà passato. Come no!
Ma non mi faccio loccare da un semplice raffreddore (secondo me ieri sera anche qualche linea di febbre): maglia termica, antivento, pantaloni da tuta lunghi, e parto.
Decido di non allontanarmi troppo da casa, non si sa mai, sento di essere deboluccio. Faccio un percorso che feci un paio di anni fa, ma poi abbandonai a causa di un simpaticissimo cane randagio molto “affettuoso”. Mi dico: dai, magari in questi due anni ha cambiato zona, mica può restare sempre lì, da solo, a controllare la zona. Faccio 300 metri, giro l’angolo e lo sento abbaiare. Ma in effetti in parte avevo ragione: non è più da solo. Anzi, lui si è alzato ma si mantiene a distanza. Mi si avvicina quello nuovo, due volte più grande.
Io fingo indifferenza, anche perchè è sicuramente più veloce lui. E secondo me lo sa anche, dato che non si preoccupa di tagliarmi la strada, ma comincia a inseguirmi e in tre falcate è in direzione di polpaccio. Parte all’attacco: cerca di mordermi il tendine, mi prende di striscio. A questo punto io comincio a camminare, sento la voce di una donna che richiama l’animale cercando di calmarlo, ma evidentemente il cagnolone mi trova simpatico! Finalmente si calma, ringrazio la signora e capisco che non è la padrona del cane, ma è un randagio di quartiere. Pazienza. Riparto. Prima piano, poi provo a riprendere il ritmo. Le gambe sono molli, me ne accorgo subito, il raffreddore mi ha trasmesso spossatezza. Finisco il primo chilometro, mi faccio coraggio, adesso mi tocca un giro di uno pseudo parco archeologico da fare due volte. Al primo giro sono al limite, so che dovrò fermarmi, praticamente sto poco più che camminando. Non posso farne a meno, a due terzi dell’allenamento mi fermo, e comincio a camminare. Sento il vento che pericolosamente sferza sul mio leggerissimo antivento, e sento che il sudore addosso mi si gela. Non è proprio l’ideale quando si è raffreddati. Non c’è tempo da perdere: riparto. Senza altre pause. Allenamento portato a termine. E magari fino a stasera il raffreddore scomparirà. E sarò in perfetta salute. O con la febbre!!!!!